I fiori blu

No, non torneranno più. Che me ne viene? Sono appena partiti ed è tanto se mi ricordo di loro. Eppure esistono, meritano d’esistere, non c’è dubbio. Non torneranno più a smarrirsi nel labirinto della mia memoria. È stato un incidente senza importanza. Ci sono sogni che si snodano come incidenti senza importanza, cose che nella vita ad occhi aperti neppure se ne riterrebbe il ricordo, eppure ti occupano al mattino quando li afferri mentre si spingono in disordine contro la porta delle palpebre. Avrò sognato?

Il libro di mia madre

Racconta tua madre alla loro calma maniera, fischietta un po’ per credere che le cose non vanno poi così male, e soprattutto sorridi, non dimenticarti di sorridere. Sorridi per ingannare la tua disperazione, sorridi per continuare a vivere, sorridi nello specchio e davanti alla gente, e anche davanti a questa pagina. Sorridi col tuo lutto più ansimante di una paura. Sorridi per credere che non importa niente, sorridi per costringerti a fingere di vivere, sorridi sotto la spada sospesa della morte di tua madre, sorridi da scoppiare per tutta la vita e fino a quando questo permanente sorriso non ti faccia scoppiare davvero.

Albert Cohen

Per Tess – Raymond Carver

Giù nello Stretto le onde schiumano,
come dicono qui. Il mare è mosso e meno male
che non sono uscito. Sono contento d’aver pescato
tutto il giorno a Morse Creek, trascinando avanti
e indietro un Daredvil rosso. Non ho preso niente.
Neanche un morso. Ma mi sta bene così. È stato bello!
[…]
A volte mi sentivo così felice che dovevo smettere
di pescare. A un certo punto mi sono sdraiato sulla sponda
e ho chiuso gli occhi per ascoltare il rumore che faceva l’acqua
e il vento fischiava sulla cima degli alberi, lo stesso vento
che soffia giù nello Stretto, eppure è diverso.
Per un po’ mi son concesso il lusso di immaginare che ero morto
e mi stava bene anche quello, almeno per un paio
di minuti, finché non me ne sono reso conto: Morto.
Mentre me ne stavo lì sdraiato a occhi chiusi,
dopo essermi immaginato come sarebbe stato
se non avessi davvero potuto più rialzarmi, ho pensato a te.
Ho aperto gli occhi e mi sono alzato subito
e son ritornato a essere contento.
È che te ne sono grato, capisci. E te lo volevo dire.

qua non c’è dio

Bruno mio dove sei?
Scusami se ti chiamo sempre
è che senza di te non riesco a combinare niente
i figli sono peggio di te
sempre fuori, sempre in movimento
fanno sogni più grandi di me
che lo ammetto a volte mi lamento

il punto è che mi manca trovarti addormentato alla tv
cercarti fuori dalla chiesa
andare insieme a fare la spesa
le sigarette sul comodino, il cruciverba poco più in là
mica l’avevo capito che era quella la felicità

Eh, ma come è ingiusto il buon Dio
dovevo esserci io al posto tuo
te la saresti cavata certo meglio di me
che non so neanche ridere senza di te

Bruno mio ma lo sai
che i nipoti stanno crescendo
ogni tanto mi chiedon di te
se dal cielo tu li stai guardando
e ogni sera cento “ave marie”
quel rosario lo sto consumando
e mi sento una bambina anche io
quando sogno che mi dormi accanto

perché non è facile
sapere che non tornerai mai più
che questa casa enorme ha poco senso se non ci sei tu
su questo vecchio divano
guardo una foto e non lo ammetterai
mi hai amato da sempre, anche se non me l’hai detto mai

Eh, proprio assurdo il buon Dio
dovevo esserci io al posto tuo
te la saresti cavata molto meglio di me
che non so neanche vivere senza di te

Bruno mio dove sei?
scusami se ti chiamo sempre