Month: settembre 2010

Dorcas Gustine – Antologia di Spoon River – E. L. Masters

Non ero amata dagli abitanti del villaggio,
tutto perché parlavo chiaro,
e affrontavo quelli che mi offendevano
con palese rimostranza, non nascondendo né nutrendo
segreti dolori o risentimenti.
È assai lodato l’atto del ragazzo spartano,
che si nascose il lupo sotto il mantello,
lasciandosi divorare, senza lamentarsi.
È più coraggioso, io credo, strapparsi il lupo di dosso
e combatterlo apertamente, anche per la strada,
tra polvere e urla di dolore.
La lingua può essere un mezzo senza disciplina —
ma il silenzio avvelena l’anima.
Condannatemi se volete — io sono soddisfatta.

sperare di dovere andare un giorno – sapere di dovere andare adesso.

E così è arrivato il momento tanto atteso. Ed è spiazzante. Sto andando e so bene dove; quello che non so è dove mi porterà. E vado carica del bagaglio di quello che sono, di quello che ho fatto e vissuto, di chi ho incontrato lungo il mio percorso e di chi mi ha portata al punto dolcemente facendomi scivolare in un boccale.

Vado e temo e spero che questo non mi cambi, e fremo e tremo per qualcosa di nuovo, e rido e piango per le solite cose di sempre che mi mancheranno. Arrivare e stare bene e avere voglia di ritornare. 
Tra euforia e paura una nuova vita, una nuova me.

il libro dell’inquietudine – pessoa – 161

Essere puro, non per essere nobile o per essere forte, ma per essere se stesso. Colui che dà amore perde amore.

Abdicare alla vita per non abdicare a se stessi. La donna è buona fonte di sogni. Non toccarla mai. Impara a liberare le idee di voluttà e di piacere. Impara ad assaporare in ogni cosa non ciò che essa è, ma le idee e i sogni che provoca. Perché nulla è ciò che è: i sogni sono sempre i sogni. Per questo non devi toccare nulla. Se toccherai il tuo sogno, esso morirà, e l’oggetto toccato occuperà la tua sensazione.
Vedere e sentire sono le uniche cose nobili della vita. Gli altri sensi sono plebei e carnali. L’unica aristocrazia è non toccare mai. Non avvicinarsi: questo è nobile.

Alice allo specchio e non solo Alice – ma anche me

Aveva gambe lunghe che le servivano per correre incontro alla vita e occhi come macchine fotografiche che scattavano frenetiche istantanee per conservare qualcosa che le servisse più avanti, per rivedere immagini che nella folle corsa che l’allontanava dall’adolescenza non si soffermava a godersi, o a farsi torturare da loro.


L’ultimo dei neuroni – Andrea G. Pinketts