Month: aprile 2009
fernando pessoa – il libro dell’inquietudine
Paolo Frosecchi
Non hai bicchiere
per bere l’acqua
che ti sgocciola
fresca tra le dita
non hai sole
per gli occhi
ora che hai pianto
le parole tristi
della giovinezza
non hai bocca
che succhi i desideri
ne’ mani di velluto
sulla pelle.
Hai solo la vergogna del tuo sguardo
e di quest’ansia romantica
che ti veste
come veste la pioggia.
(La mistica, la rabbia, il tempo – Ed. Connect 1998)
Dormire
Che vuoi bambina
che vuoi tu
nel lampo di un sorriso
coi fiori così stretti
contro i corbezzoli rosa
e per chi
questa goccia di miele
ora che non ho più sonno.
(La mistica, la rabbia, il tempo – Ed. Connect 1998)
Ho visto nei tuoi occhi
C’era una volta
una favola meravigliosa
che parlava di quello
che si sente e si dice
di quello che si tace
o che si piange
abbracciati
al cipresso nero
che dorme dentro.
C’era una volta
sapore di muschio
sulla mia bocca
disegnata a triangolo
come di un arcangelo
e una nonna piccina
figlia di mia madre
mi parlava parole
legate come perle.
C’era una volta sul mio viso stupito
lo sguardo di domani
e lacrime d’ambra
rigavano il cammino
lungo il cipresso
che mi dorme dentro,
allora
quando c’era una volta.
(La mistica, la rabbia, il tempo – Ed. Connect 1998)
Esistere
Questa passeggiata
per i cerchi del mondo
questo inutile dare
tra riso e pianto
questo cercare la madre
tra i sassi della vigna
e questa paura
di alzare gli occhi
al cielo
e alla coscienza,
questo bisogno,
disperata carezza,
di ritrovarmi
sotto le mie dita
per tastare
la muta della pelle,
che copre la vergogna
di quest’anima venduta
per niente
alla curiosa gente
che verrà a guardarmi
al museo delle bestie
imbalsamate, questo
e solo questo
è esistere.
(La mistica, la rabbia, il tempo – Ed. Connect 1998)
Quando
Quando io
non sarò più
tra noi
non mettetemi
sopra una pietra
ma un girasole
e del mio bene
l’istante
di un sorriso.
Non mettetemi
sopra una pietra
ma tutte le parole
che ho detto
tra le dita
per trattenere
l’anima
che disperata fugge.
Non mettetemi
sopra una pietra
ma una bianca
scodella di latte
per allattare
i sogni
che non sono mai nati
ma che verranno
orfani
un giorno.
(La mistica, la rabbia, il tempo – Ed. Connect 1998)
EMILY DICKINSON
Heart! We will forget him!
You and I – tonight!
You may forget the warmth he gave –
I will forget the light!
That I may straight begin!
Haste! lest while you’re lagging
I remember him!
Cuore! Lo dimenticheremo!
Tu ed io – questa notte!
Tu potrai dimenticare il calore che dava –
Io dimenticherò la luce!
Quando hai finito, ti prego di dirmelo –
Così che io possa subito incominciare!
Presto! perché mentre tu indugi
Io potrei ricordarlo!
shelley – serenata indiana
Oh, ti prego, sollevami dall’erba!
Muoio e mi sento debole e languido!
Oh, che il tuo amore piova in mille baci
sulle mie labbra e sulle smorte palpebre.
Ahimè, le guance sono fredde e pallide,
ed il mio cuore batte impetuoso e forte!
Oh, stringilo al tuo cuore nuovamente,
dove alla fine si dovrà spezzare!