Month: agosto 2008
Bambole russe – =°
C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo – Efraim Medina Reyes
bu!
Saffo… =°
δέδυχε μέν ά σελάννα χαί Πληταδες, μέσαι δέ
νύχτες, παρά αʹ ΄έρχετʹ ΄ώρα, ΄έγω δέ μόνά χατεύδω.
Efraim Medina Reyes – c’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo
Il tuo corpo bianco come la luna dei sogni. I tuo occhi aperti su un enigma. Le tue mani sapienti. Scendo in fondo al mare e subito prima di morire tocco una pietra rotonda. La pietra mi riporta in superficie. Non cerco di capire cosa accade, mi sdraio sul tuo corpo e ascolto ciò che dicono le stelle. Una voce cerca di rompere l’incantesimo ma non ci riesce. Sei talmente tu, talmente bella. Un dono della morte. Il mio corpo non riesce a crederci, non credo al mio corpo. Il mio corpo si oppone come una stupida scienza tra te e me. Il tuo corpo si scioglie per lasciarmi entrare, il mio corpo è duro come la legge, come un patto di altri. rinuncio al tuo corpo e mi abbandono al tuo, rinuncio alla mia anima. sei il vuoto nel mio cuore, il limite nel mio pensiero.
Quando te ne sei andata ho avuto bisogno di molto tempo per farlo con un’altra donna. Forse sarebbe stato meglio non provarci nemmeno. Senza di te tutto è sbiadito e solido, qualcosa se ne è andato per sempre, la magia è morta e resta solo un piacere insipido, il vuoto, la lussuria. Il desiderio è rimasto intatto ma l’atmosfera non c’è. Avevi un modo particolare di illuminarmi, un silenzio con lievi echi di stazioni sotto la pioggia, di alberghi in mezzo al deserto. Non so che tipo sia tuo marito ma dubito che sia all’altezza. E non si tratta di me ma di te, della tua fatica e assenza da un momento all’altro, qualcosa che è il nostro segreto, qualcosa di freddo e pericoloso.
Il tuo corpo era il mio cent’anni prima di appartenerti,ti ho salvato molte volte in altre vite, ho stritolato il tuo cuore e nessuno può restituirgli la forma originaria. Non c’è nulla che abbia fatto con segrete intenzioni, non ho avuto in cambio denaro né onori, non c’è stato accordo né ricatto. Ti sei data a me e io ti ho presa con somma attenzione. Eravamo una sola cosa, tanto che nessuno potrà stare con te senza avere un po’ di me. Non avevi nessuna esperienza. Tra noi non è mancato nulla. Adesso sei circondata di oggetti e hai quella che voi chiamate una vita. Sai che non sono portato per questo, non so svegliarmi ogni giorno accanto a qualcuno, non so scendere le scale ad una certa ora né baciare certe persone. Sarei capace di dare fuoco a un ospedale ma non arriverò mai puntuale ad un appuntamento. Gli esseri superiori come tuo marito fanno un lavoro eccellente. Io riesco solo a vivere e per questo mi chiamano viveur. Sono il tipo che le madri detestano e le figlie adorano.
Cosa posso nascondere?
Lascio impronte sull’acqua.
La cosa più dura è pensare al tesoro perduto, al disgusto che mi divora.
Sono il signor sesso, il signor morte pronta, il signor amore, e questo non mi aiuta a trovarti, questa è un’altra delle cose che perdo con te.
Tutto il futuro è pregno di te, tutto è ripetizione e squallore.
Spero almeno che tu stia bene, che la tua festa duri, sarebbe un delitto se così non fosse.